Giacomo Pauluzzo, responsabile dell'ufficio pricing di Sella Personal Credit, ha costruito il suo percorso professionale con una crescita costante e mirata. Entrato in azienda diciotto anni fa come operatore del contenzioso, ha affrontato con determinazione ogni passo, fino a diventare una figura chiave nel suo settore. Per lui, il lavoro non è solo un insieme di ruoli e compiti, ma una vera e propria occasione di evoluzione personale, una sfida che richiede impegno, passione e capacità di visione a lungo termine. In questa intervista, Giacomo condivide le tappe della sua carriera, le sfide più significative e le lezioni apprese, spiegando come la dedizione e la gradualità nel costruire competenze siano essenziali per affrontare con successo le occasioni che contano.
Sono entrato nel 2006 in Sella Personal Credit che ero un ragazzo e mi ritrovo adesso, dopo 18 anni, come papà. Attualmente sono responsabile dell’ufficio pricing, ma il mio percorso è iniziato come operatore del contenzioso fonia in recupero crediti. Il mio ruolo prevedeva la gestione telefonica delle posizioni di credito al consumo con dei ritardi nei pagamenti. Due anni dopo, nel 2008, l’azienda mi ha offerto l’opportunità di spostarmi in un nuovo ufficio, quello che poi si è evoluto nell’ufficio pricing. Ovviamente, i 16 anni successivi sono stati anni di crescita totalmente dedicati a questo settore, che mi ha permesso di partire da operatore fino al raggiungimento del ruolo di responsabile che ricopro oggi. Un percorso classico, dalla gavetta fino a un ruolo più manageriale.
Formazione e sviluppo hanno caratterizzato la mia crescita professionale. L'acquisizione di competenze passa necessariamente da percorsi formativi, che nel mio caso si sono suddivisi in tre aspetti: uno, il più “istituzionale”, è stata la formazione professionale che eroga il datore di lavoro, che ha costituito una buona base per approfondire determinati aspetti di questo settore. Un altro riguarda la formazione che ho ricevuto dal responsabile e dai colleghi, non solo dell’ufficio, ma anche degli altri reparti: in tutti questi anni sono cresciuto in un contesto di persone molto appassionate e disponibili a condividere le proprie competenze con gli altri. E, infine, il terzo percorso, che ha riguardato l’autoformazione: sono stato proattivo nell’usufruire di varie opportunità che ho avuto a disposizione. Quindi posso dire che questi 18 anni sono passati in un contesto molto attivo, propositivo e, soprattutto, positivo.
In questi ultimi anni l’azienda, che in generale è sempre stata attenta alla formazione dei propri collaboratori, ha aumentato la possibilità di intraprendere percorsi per apprendere e migliorarsi in base al proprio ruolo e al proprio reparto. E questa vicinanza mi ha aiutato anche durante le sfide e i cambiamenti.
Ci sono state varie situazioni da dover affrontare: dalle crisi economiche a quelle aziendali interne, fino al periodo del Covid. Tutte queste sfide, a livello personale e aziendale, siamo riuscite ad affrontarle e a vincerle, proprio grazie alle sinergie che si sono create all’interno dell’azienda.
Se devo pensare alle mie sfide personali, credo che la più grande difficoltà che ho dovuto affrontare in tutti questi anni sia stato il passaggio al ruolo di responsabile. Passare da una dimensione operativa a una più manageriale ti costringe a metterti in gioco su aspetti che fino a quel momento non avevi considerato. Come si superano le difficoltà? La vita ti mette sempre davanti a situazioni nuove e diverse, quindi il modo per gestirle è lavorare ogni giorno per affrontarle nel miglior modo possibile.
Inoltre, un altro punto di questo aspetto molto sfidante, è la gestione dei rapporti umani, che va al di là dell’aspetto lavorativo e organizzativo, come negli aspetti extra-lavorativi se si pensa ad amicizia o famiglia. Per molti aspetti, anche nell’ufficio si vivono le stesse dinamiche: servono capacità di ascolto ed empatia, ma anche una propensione all’autocritica. Quello di essere responsabile è un percorso molto bello, stimolante, appassionante, anche se ci sono difficoltà legate alla responsabilità di far star bene chi lavora con te, dargli opportunità, rispondere a interrogativi nei modi e nei tempi giusti. Ecco perché è la mia sfida più grande, perché coinvolge qualcuno che non riguarda esclusivamente la mia singola sfera lavorativa.
Sì, durante il Covid: ci sono stati diversi blocchi di vari settori aziendali e per Sella Personal Credit ha significato un momento di riflessione. L’azienda ha deciso di sfruttare questi tempi dedicandosi all’efficientamento e al miglioramento di processi e attività per essere pronti alla ripartenza dopo il lockdown con ulteriori competenze e servizi. In quel momento storico io ero stato incaricato di riorganizzare operativamente l’ufficio pricing e, tra il 2020 e il 2021, siamo riusciti a completare il task, migliorando interamente il reparto e questo è stato un importante successo personale.
La mia vita lavorativa è sempre stata più improntata in primis al migliorare me stesso per poi ambire a raggiungere determinati, ulteriori, obiettivi. Quello che vorrei nel prossimo futuro è migliorare tutta una serie di conoscenze dei processi e delle operatività che sono presenti in azienda, anche se non sono propriamente attinenti alla mia area, ma che in qualche modo vanno a costruire l’intero processo del credito al consumo di Sella Personal Credit. Questo perché credo sia necessario acquisire una visione d’insieme per avere maggiori strumenti in futuro per ricoprire dei ruoli di maggior responsabilità.
Ho giocato per 30 anni a pallacanestro e la passione era decisamente maggiore del talento! Dopodiché ho iniziato un percorso da allenatore, ma attualmente è in stand-by perché mi sto dedicando a riscoprire il mondo attraverso gli occhi del mio bambino di 4 anni e questo è un momento per me particolarmente entusiasmante.
Sicuramente la pallacanestro e lo sport sono una mia grande passione, oltre a quella della tecnologia, dei fumetti e del cinema. Devo ammettere che mi ritrovo abbastanza nella definizione di “nerd”, legata alla sua accezione di curiosità. Questo aspetto, infatti, mi ha sempre contraddistinto sia nel lavoro che nella sfera extralavorativa.
Fare uno sport di squadra per così tanto tempo ti dà una serie di strumenti che poi puoi riadattare nella tua vita lavorativa: ad esempio hai gli strumenti adatti per mettere da parte determinati egoismi o tendenze allo scontro.
Al Giacomo neo-assunto gli direi di non avere fretta e di gioire di tutti i risultati, anche se possono sembrare piccoli. Gli direi di non avere paura di sbagliare perché aver paura di sbagliare vuol dire aver paura di crescere in quanto l’errore ci spinge proprio a migliorarci e a crescere. È importante godersi il viaggio, quel viaggio che ti permette di imparare e di festeggiare i vari traguardi lungo il cammino.
«Non perder tempo con l’invidia. A volte sei in testa. A volte resti indietro. La corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso. » Questo è un estratto del monologo finale del film The Big Kahuna che mi ha sempre affascinato perché credo che valga molto non solo nel contesto lavorativo, ma anche più in generale nella vita: a prescindere da chi ci circonda, l’importante è raggiungere il nostro massimo potenziale.
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