Esistono numerosi fattori che condizionano le nostre scelte di gestione finanziaria, non ultime le nostre convinzioni personali. La formazione ricevuta può incidere moltissimo, così come la fede religiosa o politica. Talvolta amministriamo il denaro attivando meccanismi psicologici di cui nemmeno ci rendiamo conto, determinati dalle esperienze vissute da noi o dai nostri cari. Non necessariamente, però, tali convinzioni o meccanismi ci conducono alle soluzioni più adeguate per noi. Per migliorare la gestione finanziaria è quindi utile comprendere come la nostra forma mentis interviene a influenzarla, e se vale la pena cambiare prospettiva. Da qui potrà poi derivare una valutazione obiettiva sulla possibilità o meno di fare richiesta di prestiti personali o di attivare una linea di credito.
È essenziale inquadrare il proprio rapporto con i soldi, per quanto riguarda sia le abitudini di spesa quotidiane che un piano finanziario a lungo termine. A volte fare ciò significa scavare in profondità nell’individuazione dei propri modelli di riferimento. Altre volte significa realizzare di agire in modo diverso rispetto a ciò che si “predica” a proposito della gestione finanziaria. Magari affermi di tenere molto ai risparmi per emergenze, ma in realtà molti soldi che potresti mettere da parte vengono destinati a spese superflue. Oppure parli di obiettivi finanziari a lungo termine, ma poi lasci denaro extra sul conto corrente al posto che investirlo. Impara a conoscere il tuo approccio alla gestione finanziaria, vale a dire quell’insieme di convinzioni che definiscono il tuo rapporto con il denaro.
Le persone con questo approccio tendono ad assegnare ai soldi una connotazione negativa. Credono che il denaro rappresenti un male, che non sia opportuno averne in eccesso, che non sia opportuno anche soltanto parlarne. Un approccio di questo tipo può portare a non effettuare nemmeno l’accesso al proprio conto bancario e a rifiutare una revisione regolare delle spese. È importante, invece, approfondire la propria educazione finanziaria per sapere come far fruttare al meglio i guadagni di una vita e raggiungere il benessere. Esistono anche compromessi che consentono di realizzare progetti senza intaccare i propri risparmi; ad esempio, la richiesta di prestiti personali.
All’opposto dell’approccio precedente, chi pratica il culto dei soldi associa automaticamente il denaro a una maggiore felicità. È convinto che esso sia in grado di risolvere pressoché tutti i problemi che incontrerà. Proprio perché dà molto valore ai soldi, questo profilo dedica particolare (o eccessiva) attenzione al tracciamento di entrate e uscite nel proprio conto. Non solo: con ogni probabilità, diffiderà di qualunque figura esterna che abbia in carico la gestione dei suoi risparmi. Tale approccio non è privo di rischi: se ti rivolgi ai soldi ogni volta che vuoi sentirti appagato, ti esporrai con più facilità all’eventualità di indebitarti. Inoltre, è sempre consigliabile farsi supportare da consulenti esperti nella gestione finanziaria.
Molte persone considerano il denaro un mezzo per la conservazione dello status quo, al punto che la sicurezza di sé diventa direttamente proporzionale al successo finanziario. Ciò significa che tali persone fondano l’autostima e la definizione della propria identità sulla quantità di soldi che possiedono. È possibile ravvisare alcuni punti di contatto tra questo approccio e il vero e proprio culto del denaro. La differenza è che le persone ossessionate dallo status quo si concentrano non tanto sui soldi in sé, quanto più sulle manifestazioni esteriori della ricchezza. Il risultato non cambia: non è raro che chi ragiona in questo modo si ritrovi a spendere più di quanto possa permettersi. Anche in questo caso, la consulenza di un esperto può essere preziosa per organizzare una gestione finanziaria più responsabile.
Esercitare un controllo sul denaro che si possiede significa mantenere un’attenzione costante verso le proprie finanze e le opportunità di risparmio. Tale approccio è d’aiuto per attivare buone pratiche, come l’accantonamento di fondi destinati a emergenze oppure un’efficace pianificazione del futuro finanziario. Allo stesso tempo, tuttavia, questo tipo di risparmiatore potrebbe farsi sopraffare dall’ansia di una corretta gestione dei soldi o provare imbarazzo per il proprio successo. Sentimenti del genere rischiano di limitare la capacità di godere dei benefici raggiunti grazie alla sicurezza finanziaria.
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